lunedì 24 dicembre 2012

Semifreddo degli auguri


Eccomi! Un post al volo per augurarvi un felice e sereno Natale!!!
Lo faccio a modo mio, naturalmente con un dolce  :-D
Una riedizione di un buonissimo semifreddo al torrone che ho proposto tempo fa ma che è sempre un cavallo di battaglia della mia cucina, il torrone lo rende quanto mai adatto a questo periodo. 
Il semifreddo è una preparazione a base di pate a bombe (tuorli montati con zucchero cotto), meringa italiana (albumi montati con zucchero cotto) o entrambe le preparazioni e panna montata, più gli aromi che abbiamo scelto.
Si conserva nel congelatore e non necessita di scongelamento, non tiene molto la forma infatti rimane cremoso, eventualmente si può aggiungere della colla di pesce (due fogli da due grammi) appena dopo aver versato lo zucchero cotto (il composto è ancora caldo) se si vuole usare una stampo particolare. Io ho usato dei ramequin e uno stampo da plumcake foderato di pellicola o carta forno.
L'ho servito con salsa di lamponi (per Natale il rosso è d'obbligo) ottenuta cuocendo una manciata di lamponi con un poco di zucchero, fatta addensare e passata al setaccio. Auguri!!!

Semifreddo al torrone

125 g di tuorli (circa 8),
500 ml di panna fresca,
180 g di zucchero,
50 g di acqua,
250 g di torrone duro,
(2 fogli di colla di pesce).

Sbattere i tuorli con le fruste elettriche o nella planetaria. Cuocere lo zucchero con l'acqua fino a 121°C, versare a filo sui tuorli e continuare a montare (eventualmente aggiungere subito la colla di pesce ammorbidita in acqua fredda e scolata). Continuare a montare fino a raffreddamento della massa. Montare la panna quasi completamente (deve rimanere abbastanza morbida e lucida).
Amalgamare la panna al composto di tuorli e zucchero e al torrone tritato.
Versare negli stampi e conservare nel congelatore.



Infine qualche suggerimento:

per un tronchetto un po' diverso,

palline di Natale da mangiare,

una lanterna di pasta frolla,

spéculoos,

il panettone classico.

il panettone al cioccolato e lamponi.


lunedì 17 dicembre 2012

Macarons ai mandarini


Ho un po' trascurato il mio piccolo blog, avevo tante idee in mente ma questo è un periodo intenso, e credo che lo sia anche per voi, si vorrebbero fare mille cose ma poi bisogna accontentarsi.
I più trascurati, però, sono stati i macarons, i miei amati dolcetti, e così, ispirata dai bellissimi mandarini che si trovano in questa stagione, ho provato un ripieno nuovo a base di marmellata di mandarini.
Anche solo il colore dei mandarini mette allegria e poi sono così buoni che ne mangerei in continuazione  :-D
Una volta si appendevano all'albero di Natale al posto delle palline, molto ecologico!
Ma guardate un po' cosa appendo io sull'albero, naturalmente dei macarons!
Come potevo non comprarli non appena li ho visti?!!!






E ora la ricetta (per un ripasso completo e consigli cliccate qua).

Macarons ai mandarini:

150 g di mandorle pelate,
150 g di zucchero a velo,
100 g di albumi (vecchi di qualche giorno),
150 + 15 g di zucchero semolato,
50 g di acqua,
colorante alimentare rosso e giallo.

Tritare finemente le mandorle (tostate per 10 minuti a 150°C e fredde), unire lo zucchero a velo e setacciare insieme (setaccio non troppo sottile).
Unire 50 g di albumi con una spatola di silicone e, per chi vuole, il colorante .
Il colorante si può aggiungere anche alla meringa.
Montare 50 g di albumi insieme a 15 g di zucchero semolato con la frusta elettrica. Intanto cuocere 150 g di zucchero semolato con 50 g di acqua fino a raggiungere 118°C. Versare a filo sugli albumi montati e continuare a montare (attenti agli schizzi bollenti, non versare direttamente sulle fruste!). Continuare a montare a bassa velocità fino a raggiungere la temperatura di circa 40°C.
A questo punto avrete ottenuto un composto gonfio, lucido e bianchissimo (se non avete aggiunto il colorante...).
Incorporare al precedente composto poco per volta con una spatola di silicone o con una da pasticciere. Si dice "macaronner" (ci sono anche video sulla rete!), quando il composto ricade dalla spatola come un grosso nastro allora va bene.
Mettere il tutto nella tasca da pasticciere con una bocchetta liscia di 8-10 mm di diametro.
Rivestire le placche da forno con la carta da forno e formare dei mucchietti il più possibile regolari.
Lasciare riposare (si forma la crosticina), da 20 minuti ad un paio di ore.
infornare a 150°C circa per 15-20 minuti a seconda della dimensione dei macarons.

farcia ai mandarini:

100 g di cioccolato bianco,
100 g di marmellata di mandarini,
2 cucchiai di panna fresca.

Sciogliere gli ingredienti su fuoco molto basso o a bagnomaria, mescolare bene, lasciare raffreddare e farcire i macarons due a due.


mercoledì 5 dicembre 2012

Cake pops, aria di festa!


Eccomi di ritorno dalle vacanze. A novembre è stato bellissimo ritrovarsi al caldo e dimenticare le scarpe e il cappotto, al punto che l'impatto con la realtà è stato quasi traumatico, freddo, pioggia, vento!
Ma anche aria di Natale e di festa, mi sa che l'effetto benefico del relax ci sta ancora addosso, sguardo serafico e viso abbronzato  :-D
Non voglio replicare quella pubblicità dove i protagonisti piangono pensando alle vacanze ma voglio sorridere ed essere grata per i doni della natura, pubblico qualche foto più sotto per darvi un'idea delle spiagge, che belle camminate!

Questi cake pops li avete già visti tante volte, sono velocissimi ma sempre d'effetto e golosi, ho usato gli avanzi di questa torta (diciamo 250 g) sbriciolati e mescolati con un cucchiaio di nutella e uno di formaggio morbido (mascarpone o tipo Philadelphia), formare delle palline e lasciarle in frigo un paio d'ore, sciogliere del cioccolato bianco (circa 100 g), sporcare la punta degli stecchini nel cioccolato fuso, infilare questa parte nelle palline e poi rivestirle con il cioccolato fuso tenendole con lo stecchino, decorare a piacere e lasciare raffreddare.


E ora qualche foto da Pipa - Rio Grande do Norte

le spiagge sono infinite e varie, c'è quella dove avvistare i delfini (e li ho sempre visti anche se sono difficili da fotografare), e quella dove si ammirano i surfisti, ci sono ombrelloni e servizi ma anche lunghissimi tratti deserti, scogliere di tantissimi colori, rocce, palme, il vento che attenua il calore del sole e il fragore dell'oceano...
seguirà post sul cibo...



giovedì 15 novembre 2012

Opéra


La pasticceria francese, lo sapete che ho un debole per questi magnifici dolci e soprattutto per questo: l'Opéra!
Nei miei viaggi in Francia è un appuntamento fisso, se la vedo non resisto, sottili strati di biscuit joconde alle mandorle, crema al burro aromatizzata al caffè e ganache al cioccolato, e per finire una generosa glassa al cioccolato, un tripudio di gusto e cremosità  :-D
Ricca, ricchissima, ne basta una fettina ma ogni tanto ci vuole!
Vi ringrazio per tutti i vostri affettuosi messaggi per il mio raffreddore che è finalmente passato e vi saluto per un pochino, diciamo un paio di settimane... vado in vacanza al caldo! Poi vi racconto, sono eccitata e sempre un po' nervosa per il lungo viaggio, Brasile... spiaggia...

Ho seguito la ricetta del librone fucsia di Felder "Patisserie!", vi riporto le dosi originali e vi rimando alle mie note finali.


Opéra

di Christophe Felder

sciroppo:
40 cl di caffè
150 g di zucchero semolato,
10 g di caffè solubile,

biscuit joconde:
(3 fogli da 30x40 cm)
220 g di uova intere,
80 di tuorli,
220 g di farina di mandorle (o mandorle tritate finemente),
175 g di zucchero semolato,
125 g di albumi,
100 g di zucchero semolato,
100 g di farina,

ganache:
170 g di cioccolato fondente,
12 cl di latte,
40 g di panna fresca,
20 g di burro morbido,

crema al burro leggera:
(scrivo metà dose del libro per ottenre 500 g di crema)
per la meringa italiana:
20 g di acqua,
50 g di zucchero semolato,
35 g di albumi,
10 g di zucchero semolato,
per la crema:
2 o 3 tuorli (dipende dalle dimensioni, fate voi, la metà di 5!),
120 g di zucchero semolato,
50 g di acqua,
180 g di burro morbido (a temperatura ambiente),
1/2 tazzina di caffè,
un cucchiano di caffè solubile.

per la glassa:
400 g di cioccolato fondente al 52%,
50 g  di végétaline (un prodotto a base di grassi vegetali idrogenati, io l'ho omesso),
50 g di olio di arachidi.

Preparare lo sciroppo e tenere da parte.

Per il biscuit montare le uova e i tuorli con 175 g di  zucchero e le mandorle (la planetaria aiuta parecchio), montare per circa 15 minuti, montare gli albumi a neve con 100 g di zucchero, incorporare al composto precedente con delicatezza, aggiungere la farina e mescolare sempre delicatamente, Dividere l'impasto su tre placche da forno rivestite con carta forno della misura di 30x40 cm, cuocere in forno già caldo a 200°C ventilato per pochi minuti, girare la placca a metà cottura per una cottura uniforme. Non seccare il biscuit, ci vorranno 10 minuti circa.
Lasciare raffreddare.

Per la ganache tagliare a coltello il cioccolato e versarlo in una ciotola resistente al calore, versare sopra al cioccolato la panna col latte bollenti e mescolare bene con una frusta a mano, unire il burro morbido e continuare a montare con la frusta, la consistenza dev'essere cremosa e non liquida, tenere da parte.

Per la crema leggera al burro prepare la meringa italiana, scaldare in un pentolino lo zucchero con l'acqua fino a 180°C, quando si è arrivati a 114°C cominciare a montare gli albumi con le fruste elettriche (meglio nella planetaria) insieme ai 10 g di zucchero,  continuando a montare a velocità sostenuta versare lo sciroppo a 118°C sugli albumi (versare a filo sul bordo della ciotola in modo da non creare schizzi bollenti) continuare a montare abbassando un pochino la velocità delle fruste fino a fare  intiepidire la meringa. Versare in un recipiente e tenere da parte.
Preparare un altro sciroppo con i 120 g di zucchero e i 50 g di acqua e portare a 118°C, intanto sbattere con le fruste elettriche i tuorli, versavi lo sciroppo (attenzione agli schizzi, versate sul bordo della ciotola), il composto diventerà gonfio e chiaro, continuare a montare fino a intiepidire il composto.
In un'altra ciotola montare il burro morbido con le fruste elettriche fino ad ottenere una crema liscia, unire il composto di tuorli montando a bassa velocità, infine unire la meringa italiana sempre mescolando con le fruste ma a bassa velocità,
unire l'aroma di caffè (1/2 tazzina di caffè in cui si è sciolto un cucchiaino di caffè solubile), mescolare bene, coprire con pellicola e tenere da parte.

montaggio:
all'interno di un rettangolo in acciaio di 30x40 cm sistemare il primo foglio di biscuit, bagnare con lo sciroppo al caffè e ricoprire con metà della crema al burro al caffè, ricoprire con il secondo foglio di biscuit, bagnare con lo sciroppo e ricoprire con la ganache al cioccolato, sopra sistemare il terzo foglio di biscuit, bagnare con lo sciroppo e sopra versare la crema al  burro rimasta, lisciare bene la superficie e conservare in frigo.
Qualche ora prima di servire preparare la glassa sciogliendo il cioccolato tagliato a pezzetti a bagnomaria o al microonde insieme all'olio, mescolare bene per ottenere un composto liscio e versare sulla superficie del dolce, lisciare bene e lasciare raffreddare, volendo decorare con una parte di glassa tenuta da parte o con della ganache e con foglie di oro alimentare.
Al momento di servire togliere il rettagolo d'acciaio e rifinire i bordi con un coltello passato sotto l'acqua calda. 


Note:
io ho dimezzato le dosi e fatto una  torta di 20x30 cm, gli strati son abbastanza sottili e soprattutto il biscuit è poco gestibile, la prossima volta farei una dose e mezzo oppure la dose intera con una torta 30x30, per la crema al burro ho fatto la dose intera (500g).
Per lo sciroppo al caffè ho usato una tazzina di caffè in cui ho sciolto un cucchiaino di caffè solubile e un cucciaio di zucchero.
La crema al burro si può congelare e poi quando serve lasciare scongelare e poi montare con le fruste a bassa velocità per farle riacquistare leggerezza e ariosità.
La glassa mi è venuta un po' consistente ma non avevo il cioccolato al 52% e ho usato quello al 70%, la vegetaline si potrebbe sostituire con burro chiarificato o margarina ma credo che basti l'olio e il cioccolato adatto.
Ci vuole del tempo e tanta pazienza, con una planetaria bisogna lavare spesso frusta e ciotola ma con un po' di organizzazione si fa in una giornata, potreste preparare prima il biscuit e la crema al burro, la fatica, comunque, viene ampiamente ripagata, naturaomente se siete golose come me!

Un bacione! Ci risentiamo ai primi di dicembre.



Con questo dolce partecipo al contest di Imma "Dolci a go go":
"Dolci sotto il vischio" in collaborazione con Wald, nella sezione ricette dal mondo



mercoledì 7 novembre 2012

Cheesecake brownies per tirarsi su


Sono stata un po' lontana dal mio blog, e anche dai vostri, mi dispiace ma vedrò di rimediare! :-)
Sto smaltendo un grosso raffreddore di quelli un po' lunghi che ti fanno sentire la testa come un pallone e adesso anche la tosse, uffa, ma come me si è ammalata tantissima gente e non posso lamentarmi, solo coccolarmi un pochino con un dolcetto... magari al cioccolato... ho provato questi cheesecake brownies di Laurel "Un'americana in cucina" e sono proprio "confortanti"!
Sono anche carini, non trovate?

Cheesecake brownies di Laurel:

115 g di burro,
175 g di cioccolato fondente,
200 g di zucchero,
3 uova a temp. ambiente,
100 g di farina 0,
1 cucchiaio e 1/2 di cacao,
100 g di cioccolato fondente tagliato a cubetti piccoli,
1 pizzico di sale,

per l'impasto cheesecake:
200 g di formaggio tipo Philadelphia (non light) a temp. ambiente,
1 tuorlo,
60 g di zucchero.

Accendere il forno a 160°C e foderare una teglia quadrata di circa 20-22 cm di lato con alluminio.
Fondete il burro con i 175 g di cioccolato a bagnomaria o al microonde, mescolate bene lasciate intiepidire, unire lo zucchero e sbattere bene con una frusta elettrica, unire le uova una per volta, unire il resto degli ingredienti tenendo per ultimo il cioccolato a cubetti e dopo averlo aggiunto mescolare con un cucchiaio o una spatola. Tenere da parte.
Preparare l'impasto cheesecake mecolando tutti gli ingredienti.
Versare metà dell'impasto al cioccolato nella teglia e sopra alternare i composti al cioccolato e quello cheesecake, con la punta di un coltello non affilato o con il manico di un cucchiaio mischiare i composti creando un effetto marmorizzato (io avevo poco formaggio e il composto era un po' scarso), infornare per 45-50 minuti circa, lasciare raffreddare e sformare, tagliare in quadrati.


mercoledì 31 ottobre 2012

Favette triestine alle mandorle


In questo periodo si trovano nei negozi le fave dei morti che si preparano per la commemorazione dei defunti, da queste parti sono dure, all'aroma di anice e coloratissime ma ne ho assaggiata anche un'altra versione più morbida e a base di mandorle (che adoro). Finalmente ho trovato la ricetta (qui l'originale) e ve la riporto, nel caso la vogliate provare, le ho cotte un po' troppo e si sono leggermente indurite ma sono buonissime, voi non fatelo, si induriscono raffreddandosi.
Ho adattato un pochino il procedimento, avendo letto molte versioni avevo un po' di confusione, ad esempio ho montato l'albume a neve e usato lo zucchero semolato e non quello a velo ma frullato insieme alle mandorle, qualcuno ha una ricetta provata?

Favette dei morti triestine:

150 g di mandorle,
200 g di zucchero semolato,
1 albume,
1 cucchiaino di alcool per alimenti o grappa (l'ho omesso),
1 cucchiaio di cacao,
1 cucchiaio di alchermes.

Montare a neve l'albume. Frullare bene le mandorle con lo zucchero (io ho usato un piccolo tritatutto dividendo in tre parti gli ingredienti), aggiungere poco per volta l'abume alle mandorle e zucchero fino ad ottenere un composto sodo (il mio albume era grande e ho aggiunto zucchero a velo ala fine).
Dividere il composto in tre parti, ad una aggiungere il cacao e ad un'altra l'alchermes, se l'impasto risultasse troppo morbido aggiungere zucchero a velo.
Formare dei salsicciotti come per gli gnocchi e tagliare dei cilindretti piccoli, arrotolarli velocemente con le mani e sistemarli sulla placca del forno risoperta di carta forno. Li ho fatti grandi come delle grosse nocciole.
Cuocere in forno già caldo a 130°C per circa 20 minuti, appena si screpola la superficie, si seccano raffreddandosi.



martedì 30 ottobre 2012

Plum cake con uvetta mista


Quando faccio la spesa mi piace scoprire qualche novità, mi piace leggere le etichette e fare confronti, beh, quando c'è il tempo, altrimenti si va diretti dove serve ed è una tragedia quando rivoluzionano gli scaffali e ti tocca girare ore per trovare lo zucchero! 
Girovagando per il supermercato in un momento di tranquillità, mi sono imbattuta in certi sacchettini colorati pieni di frutta secca e disidratata mischiata in diversi modi, e così, pensando al contest di Arricciaspiccia in collaborazione con Noberasco, avevo già la mente piena di idee. In realtà ne è uscito un plum cake molto classico e semplice, perché volevo provare il gusto dell'uvetta di questo particolare "Berry Mix" che mi ha incuriosito, soprattutto la bacca di Goji, considerata addirittura la bacca della felicità, pare sia ricca di proprietà benefiche e antiossidanti, voi la conoscete? Comunque iniziare la giornata con queste premesse dà una marcia in più!
E tanti auguri a Emanuela e al suo blog!

Plum cake alle uvette miste:
(per uno stampo 20x10 cm)

250 g di farina 00,
100 g di zucchero,
100 g di burro morbido,
1 sacchetto di lievito,
2 uova,
1 vasetto di yogurt,
80 g di uvetta mista (goji, uva sultanina, uva golden, uva verde, ciliegie, cranberries),
caramello e altra uvetta per decorare.

Mettere a bagno l'uvetta. Scaldare il forno a 180°C. Montare a lungo le uova con lo zucchero, unire poco per volta la farina setacciata e il burro, lo yogurt (per me alle ciliegie) e infine il lievito. Unire l'uvetta scolata, asciugata e passata in un po' di farina, mescolare e versare nello stampo da plum cake infarinato e imburrato oppure rivestito di carta forno. Cuocere circa 50 minuti.
Una volta freddo versare del caramello sulla superficie del dolce e sopra qualche uvetta mista.





lunedì 22 ottobre 2012

Pane dolce del sabato al marzapane e cacao


E anche questo mese l'MTC ci sommerge con la sua carica di pani dolci del sabato, post bellissimi, pani fragranti e ripieni incredibili. Una vera scuola di cucina, ormai, ma non solo perché il cibo è, spesso, anche cultura e tradizioni, in questo caso ebraiche e quindi molto antiche. L'aspetto che mi è piaciuto di più è il senso della festa e della condivisione in famiglia legato a un alimento come il pane ricchissimo di simbologia ma anche semplicissimo. E che profumini nelle nostre cucine!
Ho voluto provare la ricetta base di Eleonora non solo per l'impasto ma anche per un ripieno, l'uvetta mi piace troppo e penso che esalti l'aroma della pasta ma non potevo limitarmi a quello e con il secondo pane ho provato un ripieno più goloso (manco a dirlo...) rifacendomi a un dolce che qua si trova spesso dal fornaio ma di cui non ho mai trovato la ricetta, si tratta della ciambella marzapane nella versione al cioccolato. Ecco la mia interpretazione.

Per due pani dolci del sabato:

(ricetta di Eleonora "Burro e Miele")

500 g di farina 0 (per me 100 g di manitoba e 400 g di 0),
2 uova medie,
100 gr di zucchero,
20 gr di lievito di birra,
125 ml di acqua tiepida,
125 ml di olio evo,
10 gr di sale,
50 gr di uva passa,
60 g di pasta di mandorle,
due cucchiai rasi di cacao amaro,
mezzo albume,
un tuorlo d'uovo,
un cucchiaio di acqua,
semi di sesamo e papavero,
fave di cacao in granella.


"Prima di tutto e importantissimo, setacciare la farina.
Sciogliere il lievito nell'acqua tiepida insieme a un cucchiaino di zucchero e far riposare una decina di minuti fino a far formare una schiuma. Mischiare la farina, il sale e lo zucchero e versarci il lievito e cominciare ad impastare, versare poi l'olio e per ultimo le uova, uno ad uno, fino alla loro incorporazione. Lavorare fino a che l'impasto si stacchi perfettamente dalla ciotola, lasciandola pulita.
Lasciar lievitare per almeno due ore, dopodichè, sgonfiare l'impasto e tagliarlo in due parti uguali. Tagliare poi ognuna delle parti in tre.
Stendere su un piano infarinato ognuna delle parti lunghe circa 35 centimetri e larghe 15. Spargere l'uva passa sulle tre parti (io ho messo a bagno l'uvetta in acqua calda per circa mezz'ora e poi scolato e asciugato). Arrotolarle poi sulla lunghezza, in modo da ottenere tre lungi "salsicciotti". Unirli da un capo e cominciare ad intrecciare.
Preparare il ripieno per la seconda treccia. Spezzettare il marzapane e lavorarlo con il cacao e con l'albume (circa metà o un po' meno, sbatterlo leggermente con una forchetta e unirlo un cucchiaio per volta al marzapane e cacao), io ho frullato tutto insieme fino ad ottenere una crema consistente. Procedere come per il primo pane spalmando il ripieno all'interno delle tre strisce di pasta, richiudere e intrecciare.
Adagiare le trecce su una placca da forno unta di olio. Lasciare lievitare ancora due ore.  Sbattere il tuorlo d'uovo con un cucchiaio di acqua e spennellarlo sulla superficie; spolverare di semi di sesamo o papavero. Nel mio caso quello con l'uvetta con semi di papavero e sesamo e quello al caco con semi di papavero e granella di fave di cacao.
Infornare in forno già caldo e STATICO a 200°C per circa 15-20 minuti."


 

venerdì 19 ottobre 2012

Gnocchi viola con fonduta di Gruyère DOP


Ed ecco la seconda proposta per il concorso "La Svizzera nel piatto" organizzato da Peperoni e Patate in collaborazione con  Formaggi dalla Svizzera.
Questa volta avevo voglia di provare la fonduta, piatto che mi è subito entrato in testa come un tarlo non appena ho messo gli occhi sul bel pezzo di Gruyère che ho ricevuto. La fonduta è uno di quei riti da fare in compagnia, tutti attorno al fornelletto acceso a intingere nel formaggio filante, molto invernale e divertente!
Ma volevo provare anche la mia prima "carota nera", ebbene sì, finalmente l'ho trovata, proprio non me l'aspettavo ma eccole lì in una normalissima cassettina di fianco alle carote arancioni e ormai "normali". Dopo averla vista in tanti blog non credevo ai miei occhi, l'ho lessata, frullata ed eccola colorare questi classici gnocchi di patate, ne basta veramente pochissima per dare un bel tono lilla!!!
Dopotutto basta poco per fare felice una foodblogger, no?  :-D



Gnocchi di patate con carota nera su fonduta di Gruyère svizzero DOP:

(per 4 persone)

600 g di patate,
un pezzo di carota nera (metà o un terzo, dipende dalla dimensione),
200 g di farina più un po' per lavorare gli gnocchi,
200 g di Gruyère,
100 ml di vino bianco,
un bicchierino di liquore alla frutta,
un cucchiaino di amido di mais o fecola di patate,
mezzo spicchio di aglio,
sale.

Lessare a lungo la carota (dev'essere molto morbida, nei miei gnocchi si vedono dei pezzetti che non sono riuscita a frullare). Preparare gli gnocchi con le papate lessate, schiacciate e lasciate intiepidire, lavorare insieme alla farina e alla carota nera lessata e frullata, aggiungere del sale. Se serve aggiungere altra farina e infarinare bene il piano di lavoro durante la formatura degli gnocchetti.



Fare bollire l'acqua e intanto preparare la fonduta, tagliare il formaggio a dadini piccoli o grattugiarlo con una grattugia a fori grandi, scaldare il vino in un piccolo pentolino antiaderente insieme al mezzo spicchio di aglio, sciogliere l'amido nel liquore e unirlo al vino, versare il formaggio e mescolare bene fino a farlo sciogliere completamente, togliere l'aglio. Cuocere gli gnocchi in acqua salata e scolarli con un mestolo forato appena vengono a galla, rosolare insieme alla fonduta oppure versare la fonduta nei piatti e sopra sistemare gli gnocchi, servire caldissimo.
Buon appetito!



giovedì 18 ottobre 2012

Paccheri gratinati all'emmentaler e radicchio


Cosa c'è di più confortante della pasta al forno? Calda e ricca con quella crosticina croccante che ci fa tornare un po' bambini?   :-D
Nonostante il tempo sia un po' migliorato e ci abbia regalato delle belle giornate, la sera torna il freschino e fa piacere ritrovarsi una cena fumante e sfiziosa, non è vero?
E' così che ho pensato a questa ricetta per il concorso di Peperoni e Patate "La Svizzera nel piatto" in collaborazione con "Formaggi dalla Svizzera", che bella scorpacciata di formaggi...


Paccheri al forno con emmentaler e radicchio rosso

(per 4 persone)

300 g circa di paccheri freschi (ne avanzeranno e scarteremo quelli rotti),
un grosso cespo di radicchio rosso tondo,
una piccola cipolla,
1/2 litro di latte,
due grosse noci di burro, due cucchiai di farina,
200 g di emmentaler dop svizzero,
sale,
olio evo.

Preparare la besciamella con il latte, il burro e la farina, sciogliere il burro in un pentolino e unire la farina, sciogliere i grumi e aggiungere il latte, mescolare bene continuando a cuocere su fuoco basso fino ad ottenere una crema non troppo densa, regolare di sale.
Pulire la cipolla, tritarla e rosolarla in una padella con poco olio evo, pulire il radicchio e tagliarlo a strisce sottili, rosolarlo insieme alla cipolla, aggiungere un poco di acqua calda e lasciare stufare, regolare di sale.
Lessare al dente i paccheri, scolarli, ungere con olio evo e sceglierne 24 interi. Preparare il ripieno aggiungendo al radicchio tiepido metà della besciamella e l'emmentaler tagliato a dadini.
Versare sul fondo di 4 cocottine due cucchiai di besciamella, sopra la besciamella sei paccheri interi sistemati in verticale e riempirli con il ripieno aiutandosi con un cucchiaino, versare altra besciamella intorno e sopra ai paccheri e grattugiare sulla superficie abbondante emmentaler, gratinare in forno caldo a 220°C fino a doratura.
Nota: naturalmente i paccheri scartati per motivi estetici verranno gratinati a parte e tenuti per il bis!


martedì 16 ottobre 2012

Pane alla segale


Partecipo anch'io all'iniziativa di Zorra (qui da Cindystar in italiano) in occasione della giornata mondiale del pane e dell'alimentazione. Spesso si parla di diete, di carboidrati, di riciclo per non sprecare il cibo ma ci sono tante persone nel mondo, e anche vicino a noi, che non ne hanno abbastanza per sopravvvivere e per cui il pane è la base dell'alimentazione e vuol dire vita.



Pane alla segale e semi di girasole


200 g di pasta madre
da due a otto ore prima fare il rinfresco (pesare la pasta madre, diluire con metà del suo peso di acqua e sciogliere con un cucchiaio in una ciotola, aggiungere il suo peso in farina e impastare, coprire)
200 g di farina integrale di segale,
400 g di farina 1 macinata a pietra,
un cucchiaino di sale,
un cucchiaino di miele,
circa 360 g di acqua a temperatura ambiente (o più, dipende dalla farina),
due grosse manciate di semi di girasole,
un cucchiaio di olio evo.

Sciogliere la pasta madre nell'acqua, aggiungere il miele e poi le farine, impastare un poco e unire il sale (io uso la planetaria o la macchina per il pane programma solo impasto), continuare fino a ottenere un impasto morbido e non appiccicoso (potrebbe servire più acqua, dipende dalla farina), unire i semi e finire di impastare.  Sulla spianatoia infarinata effettuare le pieghe (qui il post di Adriano), sistemare la pasta con la chiusura verso l'alto in una ciotola unta d'olio oppure rivestita di un telo infarinato, chiudere con pellicola trasparente. Lasciare lievitare da 6 a 8 ore (d'estate lasciavo in frigo tutta la notte, ora può lievitare anche fuori, vedete voi).
Lasciare la pasta a temperatura ambiente almeno un'oretta, rovesciare su una teglia antiaderente o rivestita di carta forno, laciare riposare mezz'oretta, accendere il forno a 220°C e sul fondo del forno sistemare una ciotola di metallo o un pentolino con acqua calda.
Prima di infornare bagnare la superficie con acqua aiutandosi con un pennello e cospragere con semi di pappavero e di sesamo, fare dei tagli abbastanza profondi sopra il pane con una lama affilata Io in questo caso non li ho fatti), infornare e abbassare la temperatura del forno a 180°C (oppure 200°C per 10 minuti e poi 180°C), ci vorranno circa 40 minuti. Per controllare se il pane è cotto picchettare con la nocca del dito sul fondo, deve suonare vuoto (attenzione a non scottarsi). Lasciare raffreddare su una gratella.
Il pane che avanza può essere affettato e conservato in sacchetti nel congelatore.


sabato 13 ottobre 2012

Tre anni di blog, assaggiamo?


Ho preparato un po' di forchettine per tutti per festeggiare insieme a voi questi tre anni di blog!
Eh sì, il tempo vola soprattutto quando si fanno le cose che ci piacciono e che ci appassionano, come cucinare, provare nuove ricette, nuove decorazioni, nuovi ingredienti e fare tante chiacchiere.
Grazie a tutti voi che passate di qui e che mi lasciate un commento o a chi passa e basta, mi fa sempre piacere! Sembra incredibile ma i miei lettori sono arrivati a quota 700!
E' una soddisfazione ma anche una responsabilità e uno stimolo a fare sempre meglio, io ci provo...
Che dirvi, mi sa tanto che la dieta aspetterà ancora, ho troppe idee in testa e nuovi dolci da provare, basterà un po' di bicicletta?    :-D


Torta al cioccolato leggera leggera:

3 uova,
150 g di zucchero,
250 g di farina,
80 g di cioccolato fondente,
200 ml di latte,
20 g di cacao,
una bustina di lievito,
un pizzico di sale.

Scaldare il forno a 180°C, imburrare e infarinare una tortiera da 22 cm di diametro.
Montare le uova con lo zucchero fino a farle diventare chiare e spumose, aggiungere poco per volta il latte, la farina setacciata con il cacao e il lievito, e infine il cioccolato sciolto e tiepido, amalgamare bene. Versare nello stampo e infornare per circa 40 minuti.


E' venuta altissima!
L'ho coperta con pellicola trasparente e si è conservata morbida a lungo, buon appetito!





martedì 9 ottobre 2012

Pane con pasta madre e olive


Non è bellissimo? Lo so, sono di parte, ma è la mia creatura, nata in casa, con pasta madre autoprodotta e curata dalla scorsa primavera, sono soddisfazioni! E il profumo del pane appena cotto? Lo so che mi capite!
E' solo che i buoni propositi di settembre (non li avete fatti anche voi?) mi chiamerebbero a perdere quei chiletti di troppo che quasi tutte ci vediamo addosso. Leggendo e vagando per il web ho trovato tante diete che limitano i carboidrati, alcune addirittura li escludono completamente. La dieta dei gruppi sanguigni, per esempio, mi vieterebbe praticamente tutti i cereali e soprattutto il glutine, oltre ai latticini e, naturalmente, i dolci (gruppo 0), ora, senza entrare nel merito scientifico ma restando a livello di chiacchiere di pianerottolo, mi spiegate come farei a seguire una dieta del genere? Dopo aver sfornato una pagnotta così bella? Ok, ho capito, esco a fare un po' di movimento, che è meglio, alimentazione equilibrata e attività fisica, non siete d'accordo?  :-D

Pane con pasta madre e olive nere:


150 g di pasta madre
da due a otto ore prima fare il rinfresco (pesare la pasta madre, diluire con metà del suo peso di acqua e sciogliere con un cucchiaio in una ciotola, aggiungere il suo peso in farina e impastare, coprire)
200 g di farina manitoba,
400 g di farina 0,
un cucchiaino di sale,
un cucchiaino di miele,
circa 360 g di acqua a temperatura ambiente,
olive nere denocciolate,
tre cucchiai di olio evo.

Sciogliere la pasta madre nell'acqua, aggiungere il miele e poi le farine, impastare un poco e unire il sale (io uso la planetaria o la macchina per il pane programma solo impasto), continuare fino a ottenere un impasto morbido e non appiccicoso (potrebbe servire più acqua, dipende dalla farina), unire le olive e impastare a mano.  Sulla spianatoia infarinata effettuare le pieghe (qui il post di Adriano), sistemare la pasta con la chiusura verso l'alto in una ciotola unta d'olio oppure rivestita di un telo infarinato, chiudere con pellicola trasparente. Lasciare lievitare da 6 a 8 ore (d'estate lasciavo in frigo tutta la notte, ora può lievitare anche fuori, vedete voi).
Lasciare la pasta a temperatura ambiente almeno un'oretta, rovesciare su una teglia antiaderente o rivestita di carta forno, laciare riposare mezz'oretta, accendere il forno a 220°C e sul fondo del forno sistemare una ciotola di metallo o un pentolino con acqua calda.
Prima di infornare fare dei tagli abbastanza profondi sopra il pane con una lama affilata, infornare e abbassare la temperatura del forno a 180°C (oppure 200°C per 10 minuti e poi 180°C), ci vorranno circa 40 minuti. Per controllare se il pane è cotto picchettare con la nocca del dito sul fondo, deve suonare vuoto (attenzione a non scottarsi). Lasciare raffreddare su una gratella.
Il pane che avanza può essere affettato e conservato in sacchetti nel congelatore.



LinkWithin

Related Posts with Thumbnails