giovedì 26 gennaio 2012

Tagliatelle!


Mi unisco al mare di tagliatelle che ha invaso il web per l'MTChallenge di gennaio! Tagliatelle fatte a mano, stese col mattarello con tanto amore e con tanto olio di gomito! 
Qua in Romagna la pasta fatta a mano è un'istituzione, il bello è che si trova ovunque, anche al supermercato nel reparto pronto, nei tanti negozi di pasta fresca, e così ci si abitua  e ci si impigrisce un pochino... lo ammetto, non la stendo quasi mai a mano, uso la macchinetta come la mia nonna di Modena, e se lo faceva lei, io non mi sento poi così colpevole...  :-D


 Ma questa volta ho seguito tutte le regole del caso (e spiegate da Ale) e mi sono anche documentata. Seguendo il filone della tradizione ho scovato una ricetta sul librone "Le minestre della tradizione romagnola" AA.VV. e anche qui il campanilismo vince perché viene riportata la leggenda che indica la prima apparizione delle tagliatelle al matrimonio di Giovanni Bentivoglio con Lucrezia D'Este (o Borgia) nel 1487 ma viene anche indicato che il maestro Zefirano fosse stato prima invitato in Romagna ad un pranzo in cui si servirono tagliatelle, dimostrando, quindi, la vera origine della pasta!
Le vere tagliatelle, inoltre, sono condite solo con: sugo di fagioli, sugo di prosciutto, sugo di stridoli, sugo di carne e sugo di sardoni.
Ma mi mantengo neutrale ed esprimo solo la mia passione per questo formato, spesso le preferisco ai cappelletti. Ho scelto un ragù vegetariano di fagioli, una ricetta originaria di Cotignola, vicino Lugo, specialità dell'Osteria della Rosa.


Tagliatelle con sugo di fagioli (per due persone):

per la pasta:
200 g di farina,
2 uova,
olio evo se serve.
Impastare sulla spianatoia tutti gli ingredienti e lavorare bene l'impasto fino a renderlo liscio ed omogeneo, coprire con una ciotola e lasciare riposare una mezz'ora. Tirare la sfoglia con il mattarello (per l'occasione l'ho fatto a mano!)
 o con la macchina per la pasta, arrotolare e tagliare per ottenere le tagliatele, io le ho tenute un po' spesse.

per il sugo:
200 g di fagioli bianchi o dell'occhio,
cipolla, carota, sedano,
olio evo, burro e lardo,
passata di pomodoro,
sale e pepe,
rosmarino, salvia.
Lasciare a bagno i fagioli una notte. Soffriggere le verdure tagliate a dadini nell'olio, burro e lardo, aggiungere la passata e fare cuocere 5-10 minuti. Unire i fagioli, coprire con acqua calda o brodo e lasciare cuocere almeno due ore. Verso fine cottura regolare di sale e pepe e unire un rametto di rosmarino e della salvia. Lessare la pasta, scolarla e versarla nella padella del sugo, mantecare bene e servire.


La seconda versione è meno tradizionale ma altrettanto gustosa, assaggiata in un ristorante e piaciuta molto!

Tagliatelle al radicchio e sangiovese (per due persone):


per la pasta:
200 g di farina,
2 uova,
olio evo se serve.
Impastare sulla spianatoia tutti gli ingredienti e lavorare bene l'impasto fino a renderlo liscio ed omogeneo, coprire con una ciotola e lasciare riposare una mezz'ora. Tirare la sfoglia con il mattarello (per l'occasione l'ho fatto a mano!)
 o con la macchina per la pasta, arrotolare e tagliare per ottenere le tagliatele, io le ho tenute un po' spesse.

per il sugo:
un piccolo cespo di radicchio (ho usato quello di Chioggia),
mezzo bicchiere di sangiovese,
olio evo.
Fare appassire il radicchio tagliato a striscioline nell'olio evo caldo, aggiungere il sangiovese e lasciare evaporare. Lessare la pasta, scolarla e versarla nella padella del sugo, mantecare bene e servire.

Volendo si può aggiungere della panna o del burro per legare, ma poco e per i più golosi della salsiccia.
Si potrebbe aggiungere del vino nell'impasto delle tagliatelle ma non ho avuto tempo  :-)

Si è già capito che partecipo all'MTChallenge di gennaio:

martedì 24 gennaio 2012

Pancakes e ricordi


Sono stata invitata a partecipare al contest organizzato da DGMag.it in collaborazione con Smartbox su colazione e ricordi e subito mi è tornato in mente questo vecchio post sui pancakes. Mi piacciono molto ma la cosa bella è che che mi fanno viagiare fino in Thailandia, ormai 6 anni fa (sigh) quando ce li facevamo preparare ogni mattina nel ristorante dei bungalows, vicino a Krabi, praticamente deserto e poi facevamo lunghe passeggiate in cerca di paguri e conchiglie... che sogno! Un posto tranquillissimo e isolato dove ricaricare le pile e dimenticare lo stress.
A proposito.. sarebbe proprio la stagione ideale...  
L'idea della frutta inserita nei pancakes mi è piaciuta tantissimo e l'ho replicata, si servono con miele e tanta frutta fresca tagliata, certo che la raffinatezza dei loro piatti di frutta decorata è inarrivabile!
E adesso vi lascio con la ricetta, un po' di foto ricordo e un sospiro!   :-D


Pancakes alla ricotta (l'ho presa da qui):

250 g di ricotta,
125 ml di latte,
2 tuorli,
2 albumi montati a neve,
100 g di farina 00,
1 cucchiaino di lievito per dolci,
1 pizzico di sale,
miele o sciroppo d'acero,
frutta fresca.

Lavorare la ricotta con i tuorli e il latte, aggiungere la farina setacciata con il lievito, il sale, e alla fine unire delicatamente gli albumi montati.
Cuocere l'impasto poco per volta su una padella antiaderente calda unta con poco burro circa un minuto per lato, volendo aggiugere la frutta (per esempio fettine di banana o di ananas) sul secondo lato dopo la cottura del primo.



Ecco il nostro tavolo:


e il panorama:



la frutta:


la spiaggia:


e i paguri (piccolissimi):

venerdì 20 gennaio 2012

Lo strudel di mele



Lo strudel è un dolce rassicurante e coccoloso, la scelta è stata facile e sicuramente dettata dal clima rigido e nebbioso di questi giorni, naturalmente parlo della scelta della ricetta da riprodurre per "The Recipe-tionist" da Flavia di Cuocicucidici:



Questo mese il blog scelto è quello di Helga che si fa aiutare da una gatta bellissima, i titoli delle sue ricette mi hanno ricordato quelli di Imma di MasterChef, che ne dite? Fantasiosi e spiritosi. A proposito, ma che fine hanno fatto i concorrenti e il vincitore? Mi aspettavo diverse apparizioni per le feste e soprattutto l'uscita del libro, ne sapete qualcosa?
Si sa, la curiosità è donna...
Ma passiamo all'opera, ho seguito la ricetta alla lettera, zia Marina di Bolzano è una garanzia! Complimenti!!! Ho solo sostituito i pinoli con le noci perché non li avevo in casa (ma avete visto quanto costano?).

ricetta dello strudel di mele di Helga (qui il link originale):
(per due strudel da 35 cm)

Per la pasta:
300 g di farina,
1 uovo,
un cucchiaio di zucchero,
50 g di burro fuso,
½ bicchiere di acqua tiepida,
un pizzico di sale,

per il ripieno:
1 kg di mele golden,
70 g di zucchero,
70 g di uva sultanina,
70 di pinoli (per me noci),
70 g di burro,
6 cucchiai di pangrattato,
2 cucchiai di brandy (secondo il vostro gusto),
un po’ di cannella in polvere (secondo il vostro gusto).


Lasciare in ammollo l'uvetta con acqua tiepida e liquore.
Scaldare il forno a 180°C.
Preparare la pasta formando una fontana con la farina, aggiungere tutti gli altri ingredienti e l'acqua poco per volta, lavorare a lungo fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo,  sbattere più volte l'impasto sul bordo del tavolo poi formare una palla e coprire con un pentolino in cui abbiamo fatto bollire dell'acqua e vuotato.
Lasciare riposare l'impasto.
Intanto preparare il ripieno, pelare le mele e tagliarle a fettine sottili, fondere il burro e mescolarlo con il pangrattato, unire le mele, lo zucchero, le noci spezzettate, la cannella e l'uvetta scolata e amalgamare il tutto.
Stendere l'impasto, diviso in due parti, in una sfoglia sottile, ci si può aiutare con uno strofinaccio, per ottenere una sfoglia sottilissima prenderla in mano e tenendola sopra le mani lavorarla con i pugni chiusi (per non romperla con le unghie) per renderla più sottile, con delicatezza, è molto elastica, non preoccupatevi.
Distribuire il ripieno sopra l'impasto, richiudere la pasta sui bordi e quindi arrotolare, mettere i due strudel sulla placca del forno imburrata o rivestita di carta forno e cuocere a 180°C per 40 minuti.
Servire tiepido con una spolverata di zucchero a velo e, se volete esagerare, della panna montata alla vaniglia!!!

Mi raccomando, provatelo! Non vi dico che profumino in cucina!!!!
Buon appetito!


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Un piccolo appello per invitarvi a votare il mio blog su "Enel Blogger awards 2012" nella sezione lifestyle
Per votare basta il vostro indirizzo mail.
Grazie mille a tutti per il tempo che vorrete dedicarmi!!!



martedì 17 gennaio 2012

Foresta nera da compleanno


Sfogliando i miei libri di cucina alla ricerca di spunti per la torta di compleanno di mio marito sono stata attirata dalla foresta nera di Luca Montersino su "Peccati di gola", approvata immediatamente dal consorte si parte all'opera!
Ho anche inaugurato il mio stampo quadrato regolabile che non aspettava altro  :-D
Per l'occasione ho rispettato tutti i dettami del maestro adattando le dosi della torta al mio stampo di 20 x 24 cm.
Beh, l'esperimento è riuscito e la torta approvata e spazzolata... ma non avevo dubbi!!!
Purtroppo le foto sono un po' brutte, ma era sera e non potevo rimandare i festeggiamenti per aspettare la luce buona!   


ricetta (riporto le dosi che ho usato adattate in proporzione dal libro):

pan di Spagna al cacao:

250 g di uova intere ( per me 4 uova),
175 g di zucchero semolato,
140 g di farina 00,
45 g di fecola di patate,
15 g di cacao,
1 bacca di vaniglia bourbon.

Sbattere le uova intere con lo zucchero e la vaniglia e scaldare il composto in un pentolino sul fuoco fino a raggiungere 45°C, versare il tutto nella planetaria e montare con la frusta fino a ottenere un composto chiaro e spumoso.
Togliere dalla planetaria e aggiugere a mano la farina, il cacao e la fecola setacciati insieme, miscelando delicatamente dall'alto verso il basso. Versare il composto in uno stampo imburrato e infarinato (il mio era quadrato 24 x 24 cm) e cuocere in forno a 190°C per circa 20 minuti.
Lasciare raffreddare.

crema pasticciera:

80 g di latte intero,
20 g di panna fresca,
30 g di tuorli (2 tuorli),
30 g di zucchero,
3,5 g di amido di mais,
3,5 g di amido di riso,
un cm di vaniglia bourbon.

Montare i tuorli con lo zucchero, aggiungere la vaniglia e alla fine gli amidi di mais e di riso. Fare bollire la panna con il latte, unire le uova montate e fare cuocere per un minuto circa mescolando con una frusta.
Fare raffreddare velocemente e coprire con pellicola trasparente.

crema chocolatine:

60 g di crema pasticciera,
100 g di cioccolato al 50%,
250 g di panna montata.

Scaldare sul fuoco la crema pasticciera fino a 35°C, unire il cioccolato fuso e amalgamare bene, unire la panna montata.

bagna al kirsch:

70 g di zucchero liquido al 70%,
70 g di acqua,
18 g di kirsch.

(ho fatto uno sciroppo di acqua e zucchero, lasciato raffreddare e unito il kirsch)

panna al kirsch:

250 g di panna montata,
60 g di zucchero,
1/2 bacca di vaniglia bourbon,
due cucchiai di kirsch.

Montare la panna con lo zucchero e unire il kirsch.

Montaggio del dolce:



Foderare il fondo delo stampo con fette di pan di Spagna al cacao di circa 1 cm di spessore, inzuppare con bagna al kirsch, sopra versare uno strato di panna al kirsch di circa 1 cm e disporre le amarene a distanza regolare.


Continuare con un altro strato di pan di Spagna inzuppato nella bagna e quindi con uno strato di crema chocolatine. Livellare bene la superficie e conservare in frigo.
Ho decorato con panna montata e riccioli di cioccolato.


Con questo dolce partecipo al contest di "Assaggi di viaggio" e "Profumi & Sapori"  "Goloso di salute con Luca Montersino":

lunedì 9 gennaio 2012

Oro, incenso... e formaggio!


Eccomi di ritorno sul web dopo un po' di vacanza natalizia. E la prima sorpresa: inizio l'anno con un post salato! :-D
Oggi vi presento una ricetta tipica del mio territorio, la Romagna, grazie al bellissimo contest di Simona's Kitchen "Cib'arte" che ci fa riscoprire i monumenti e le bellezze artistiche che ci circondano


Ho la fortuna di vivere in una città, Ravenna, che vanta ben 8 monumenti appartenenti alla lista del patrimonio mondiale dell'Unesco ma la scelta è stata facile, complice il mosaico raffigurante i re magi (lo so che non sono una blogger efficiente e l'epifania è passata ma non da molto...) oggi vi parlerò della basilica di Sant'Apollinare Nuovo.


"E' Ravenna, già capitale dell'Impero romano, porto mercantile, melanconico capoluogo di provincia che sonnecchia sotto il lume delle sue raffinerie e meraviglia assoluta del mondo cristiano.
Chiuso in una rozza e povera scorza di mattoni , il Vangelo è qui, preso alla fonte, splendente di luce interiore: la mano rossa e rugosa della città si apre su manciate di zaffiri.
L'arte è a Firenze, il sogno a Venezia, la gloria a Roma. Nel suo incavo di terracotta, l'acqua pura della contemplazione è a Ravenna.

... Al seguito dei re magi variopinti, le vergini e martiri, vestite di candore e di sole. Tutte simili e tutte differenti, la testa china come i gigli alla brezza, vanno con passo identico per il loro prato di smeraldo e di fiori, fra le palme che sovrastano le aureole come una sorta di acclamazione."

(da "Il Vangelo secondo Ravenna" di André Frossard)



La basilica di Sant'Apollinare nuovo fu fatta erigere da Teodorico all'inizio del VI secolo d.C.  nei pressi del suo palazzo imperiale, il campanile risale al IX o X secolo mentre il portico in marmo venne rifatto nel XVI secolo.


Vi venivano celebrati i riti di culto ariano (un'eresia che negava la natura divina di Cristo), quando, dopo il 540, il culto cattolico tornò dominante nella città ci fu una riconsacrazione e purificazione dei templi ariani, anche la decorazione in alcuni casi è stata rimaneggiata, per esempio all'interno del Palazzo di Teodorico sono stati cancellati dei personaggi legati all'eresia e alla corte dell'imperatore e sostituiti con tendaggi ma si possono ancora notare sulle colonne le mani e le braccia delle figure in preghiera:


La ricchezza della decorazione bizantina si estende ai pavimenti e ai rivestimenti, guardate la complessità e leggerezza di questa transenna in marmo:



In una mattinata di vacanza splendente di sole mi sono mescolata ai tanti turisti che ogni giorno si incontrano in città e ancora una volta sono entrata a contemplare queste meraviglie, ci torno spesso e mi piace accompagnare parenti e amici che abitano lontano.
Tornando ad argomenti meno nobili e spirituali, la visita mi ha ispirato l'abbinamento gastronomico, questa pasta ripiena non vi fa venire in mente le tessere d'oro dei mosaici?   :-)


Trattandosi di una ricetta tipica l'argomento è delicato! Ognuno ha la sua versione, la sua ricetta e anche un nome diverso...
La mia famiglia non è romagnola, quindi ho fatto molte domande ad amici e parenti di mio marito, romagnoli doc.
Se avete ulteriori notizie o commenti scrivete, ne sarei felice!

"Sfoja lorda" o quadretti ripieni al formaggio

Si tratta di una pasta fresca all'uovo ripiena di formaggi. Quando avanza il ripieno dei cappelletti si spalma sulla metà di una sfoglia, si sovrappone l'altra metà di sfoglia, si preme leggermente con le mani e si ritagliano dei quadratini con la rotella (chiamata "sprunella", l'ho scoperto adesso...) e poi si servono in brodo o, più raramente, asciutti con del sugo di verdure.



A Ravenna i cappelletti sono ripieni di solo formaggio, la ricetta precisa non ce l'ho, come le nonne tutti fanno a occhio, ma il migliore a detta mia suocera è:

molto parmigiano stagionato grattugiato,
poco formaggio morbido (ricotta, raviggiolo o formaggio di campagna),
uovo intero sbattutto q.b.,
abbondante noce moscata grattata.

E finalmente questo Natale ho fatto i miei primi cappelletti romagnoli:
(la forma è tipica e all'inizio ho dovuto combattere con i miei geni, modenesi per parte di nonna, modificati per produrre tortellini piccolini ma che, ahimè, mio marito non mangia per via della carne)


Spero che questo viaggetto a Ravenna vi sia piaciuto!

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